SERIE D – THE LAST DANCE. DOMENICA SI VA A LEGNAGO DAI CAMPIONI.

0
328

La “rissa” è finita? Andiamo in pace: in Excelsius.

Il pareggio casalingo di domenica scorsa ha concluso una lunga lotta per la sopravvivenza che il Levico Terme alla fine ha perso; i gialloblù hanno alzato bandiera bianca e, con serenità (ma anche un pizzico di amarezza), cercheranno nuove soddisfazioni nei ranghi del calcio regionale, dopo 9 stagioni di successi: due vittorie in Eccellenza e sette tornei di Serie D, che a Levico valgono ognuno come uno scudetto vinto. Il tutto al termine di una stagione affrontata sempre al massimo dell’impegno, però mai superando il limite del rispetto per gli addetti ai lavori, cioè mai buttandola in rissa, come pare invece capire dalle sanzioni inflitte dalla giustizia sportiva alla società e ad alcuni suoi tesserati; un esito determinato non tanto dai fatti, ma piuttosto dall’atteggiamento di chi ha pensato di sopperire a certi limiti di personalità (e di capacità tecnica ed atletica) impostando in campo e fuori campo relazioni minacciose, regolarmente portare a compimento, a bocce ferme, animato da una voglia di vendetta lontana dai canoni di un’attività sportiva che nel bene o nel male dovrebbe aprirsi e chiudersi la domenica pomeriggio, in campo.

LA SITUAZIONE

E puntualmente di domenica, il 30 aprile 2023, è arrivata la sentenza; al termine di una giornata di festa (sì, di festa, anche se si sapeva che si poteva retrocedere), iniziata con un torneo “Primi calci” per ricordare Christian e Daniele, nostri ex giovani atleti, con bambini in campo e le mamme (anche quelle dei nostri amici a cui va sempre un pensiero affettuoso a fine stagione) e papà a riempire gli spalti, chiusa con un saluto “ricco di spirito” (ci mancherebbe!) e di ricordi “al Tüllio” (Bosco), tifoso da sempre e per sempre. Una sentenza se vogliamo amara, ma mai indigesta come quella seguita due giorni dopo, frutto di una giustizia sportiva che lascia mani libere a certi e nessuna concreta possibilità di confronto e replica a società e giocatori; risultato di un “originale” referto che si definirebbe arbitrale, se non fosse che il significato della parola arbitro, nella lingua italiana (quella che è stato rimproverato al nostro capitan, di professione insegnate, di  non saper parlare bene) è: “Ufficiale di gara che dirige le competizioni sportive garantendo il rispetto dei regolamenti e convalidando il risultato finale”. Domenica al “Lido park” questo significato è parso davvero sbiadito: dalle decisioni tecniche incoerenti (ma qui siamo di parte), alle reiterate provocazioni nei confronti di un giocatore straniero (“Parla italiano!”), alla sua espulsione con un atteggiamento e parole (“Vai serbo”, accompagnato dal gesto della mano sprezzante e condito da un nemmeno tanto vago retrogusto razzistico); all’allontanamento dalla panchina del massaggiatore gialloblù per… boh? Per chiudere con la perla delle minacce nei confronti del vicepresidente all’uscita dello stadio (“E non finisce qui!”), ribadite almeno due volte e quindi, a fronte delle rimostranze del “soggetto non identificato riconducibile alla società” negate! Minacce poi concretizzate secondo un teorema perfetto, se non fosse che se l’ipotesi sono incoerenti la tesi vacilla, caro il mio trainee lawyer: se un parallelepipedo è scambiato per un cubo (non è che ogni solido sia un cubo) e il numero 2 (chiuso per DUE volte il cancello dell’impianto sportivo) per l’1 (a meno che un cancello sia la metà di un cancello…) c’è qualcosa che non va: un’acrimonia covata, mista ad un senso di onnipotenza e impunibilità, poi buttata su carta, con soddisfazione? I “tiri mancini” (sempre da “wikizionario” – fonte più adatta a certi profili giovani rampanti ed egocentrici -: atto dannoso, insidioso, compiuto nei confronti di qualcuno che non se l’aspetta”) a freddo, nobiltà e buon seno pari a zero, di cui essere orgoglioso, pensiamo? Brutte cose. Non le uniche, perché i danni fatti alla squadra da certi “don Abbondio” nel corso della stagione sono stati tanti; ma non vorremmo che si dicesse che diamo la colpa agli altri. Marco Melone, direttore generale e allenatore gialloblù, domenica ha spazzato il campo da tutte le altre opzioni: “La colpa è mia e delle mie scelte”, ha detto. Così possiamo affermare con serenità che se domenica a giocare c’era forse più di un ciuccio, l’esito finale ci lascia soprattutto un grande… cruccio. E applausi per la rima.

L’AVVERSARIO

Domenica 7 maggio 2023 il Legnago Salus festeggerà il ritorno in Serie C; noi quello in Eccellenza. Ci sarà Ismet Sinani, dalla parte “sbagliata”; lo saluteremo con qualche rimpianto. I gialloblù, decimati da squalifiche e assenza onoreranno l’ultima domenica del torneo; poi rompete le righe e rimettiamo assieme i cocci, per ripartire al meglio. Come? Lo vedremo tra qualche settimana.

I PRECEDENTI

Levico ed Legnago Salus si incontrano per la seconda volta dopo lo 0-0 a cui l’ultima della classe aveva costretto i primi il 21 dicembre scorso a Lavis; pensando che i nostri hanno fatto punti anche con la seconda (Union Clodiense) e pareggiato due volte con la terza (Adriese) i rimpianti potrebbero aumentare. Ma così ha parlato il campo da cui escono sentenze sempre corrette, a differenza di quelle riportate sulle carte bollate.

GLI APPUNTAMENTI

Il saluto riconoscente a tutti i giocatori, allo staff, ai tifosi che hanno fatto la loro parte per sostenere la maglia gialloblù dunque è fissato per domenica 7 maggio 2023, alle ore 15, a Legnago. Dirigerà l’incontro… francamente non ce ne importa nulla! Per un anno abbiamo cercato, da queste righe, di mettere nella migliore luce personaggi, prima non identificati, riportando carriera e caratteristiche, mettendo a loro disposizione una vetrina che li potesse presentare e mettere in buona luce, sempre disponibili a inviare foto ed immagini a chi le richiedeva (“La vanità ci tormenta sempre”, scriveva La Rochefoucauld) al nostro addetto stampa regolarmente in lista gara domenica; lo stesso al quale, a gara in corso, l’addetto di campo (se l’ha detto l’addetto…) ha invece richiesto di identificarsi!

Pensandoci ora, dopo 33 domeniche…  non ne è valsa la pena; e quindi meglio riservare l’ultima riga delle presentazioni di quest’anno al nostro immarcescibile: FORZA LEVICO! Al prossimo campionato.